Dai carburanti all’energia, accise un po’ più leggere

Articolo pubblicato su l’Edicoladelsud.

Il decreto approvato venerdì sera in Consiglio dei ministri mette mano anche alle accise sui carburanti. L’intenzione è quella di attutirne i rincari, arrivando a ridurne il costo nell’attuale fase critica, legata anche al conflitto in Ucraina, e non ha particolari aspetti strutturali. Sul tavolo il governo ha messo 4,4 miliardi di euro.In base al decreto pubblicato ieri dal Ministro della transazione ecologica, le aliquote saranno le seguenti: benzina 643,24 euro per mille litri; olio da gas o gasolio usato come carburante 532,24 euro; gpl 182,61 euro per mille chilogrammi.

Ma quanto incassa lo Stato dalle accise? In base ai dati che emergono dall’ultima relazione contenuta nel Libro Blu 2020 dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli del 31 luglio scorso, il contributo al bilancio dello Stato italiano dei soli prodotti energetici per il 2020 (gasolio, benzina, energia elettrica e gas naturale) ammonta ad euro 27,52 miliardi di euro, quota che rappresenta il 94,56% della quota complessiva di accise raccolte dall’Agenzia Dogane e Monopoli.

Ad oggi, dall’ultima rilevazione del Ministero della Transizione ecologica riguardo la media settimanale dei prezzi nazionali di benzina, gasolio, Gpl, gasolio per riscaldamento e olii combustibili, emerge un quadro preoccupante dell’impennata dei prezzi al consumo (€/1.000 litri) così descritta: benzina (prezzo 2.184,58 di cui 728,40 di accisa, 393,94 di Iva, 1.062,24 prezzo netto, con una variazione di + 231,44), gasolio per auto (prezzo 2.154,63 di cui 617,40 di accisa, 388,54 di Iva, 1.148,69 prezzo netto, con una variazione di +325,3), Gpl (prezzo 870,67, di cui 147,27 di accisa, 157,01 di Iva, 566,39 prezzo netto, con una variazione di +17,12), gasolio per riscaldamento (prezzo 1.820,80 di cui 403,21 di accisa, 328,34 di Iva, 1.089,25 prezzo netto, con una variazione di +104,88) ed infine metano (prezzo 1,803 €/kg. – Fonte Assogasmetano per febbraio).

Il decreto di venerdì del governo sulle accise e in favore delle imprese, è solo l’ultimo di una serie. Al riguardo è stato pubblicato nella G.U. del 1.3.2022, il D.L. n. 17 del 1.3.2022 che ha previsto varie misure, di impatto immediato, finalizzate al contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale. Tra queste si segnalano l’annullamento, da parte dell’Arera, per il secondo trimestre 2022, delle aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate sia alle utenze domestiche e non, con potenza disponibile fino a 16,5 kW, sia a quelle con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW, anche connesse in media e alta/altissima tensione o per usi di illuminazione pubblica o di ricarica di veicoli elettrici in luoghi accessibili al pubblico.

Prevista, poi, l’aliquota Iva del 5 per cento per le somministrazioni di gas metano usato per combustione per usi civili e industriali, contabilizzate nelle fatture emesse per i consumi stimati o effettivi dei mesi di aprile, maggio e giugno 2022, nonché un contributo straordinario, sotto forma di credito d’imposta pari al 20% ed al 15% delle spese sostenute per la componente energetica acquistata ed utilizzata nel secondo trimestre 2022, a favore rispettivamente delle imprese energivore ed a quelle a forte consumo di gas naturale. Vi sono altresì semplificazioni per l’allocazione di impianti da fonti rinnovabili mediante l’installazione, con qualunque modalità, di impianti solari fotovoltaici e termici sugli edifici o su strutture e manufatti fuori terra diversi dagli edifici, considerati quali interventi di manutenzione ordinaria, senza quindi la previa acquisizione di permessi, autorizzazioni o atti amministrativi di assenso.

A queste agevolazioni si aggiungeranno, una volta pubblicato in Gazzetta Ufficiale il nuovo decreto approvato in cdm venerdì, ulteriori sostegni che per lo Stato. La riduzione delle accise ma anche la possibilità per le imprese di rateizzare le bollette di gas e luce relative ai mesi di maggio e giugno fino a un massimo di 24 mesi e, non ultimo, sconti per le autostrade destinati ai trasportatori. Saranno poi stabilite, con decreto ministeriale, le prescrizioni per la posa in opera degli impianti di produzione di calore da risorsa geotermica la quale, mediante perforazione del terreno, consentirà di convogliare il calore proveniente dal sottosuolo per trasformare l’acqua in vapore al fine di produrre energia elettrica pulita destinata al riscaldamento, climatizzazione ed illuminazione di edifici.

Tra le altre proposte in argomento, riferisce il Ministro della Transizione ecologica Cingolani, vi è sia quella di fissare un “price cap” ovvero un prezzo massimo temporaneo a livello Ue sulle transazioni commerciali sia di procedere ad un “disaccoppiamento dei prezzi di vendita dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili da quella prodotta con il gas”. Proprio l’utilizzo delle fonti rinnovabili, al di là dei problemi contingenti che saranno di lunga durata e legati alla necessità di sostituire i circa 30 miliardi di metri cubi che importiamo ogni anno dalla Russia, a cui si ovvierà nell’immediato anche mediante l’apertura di nuovi rigassificatori galleggianti e l’aumento della produzione nazionale di ulteriori 2,2 miliardi di metri cubi annui, rappresentano nel presente e nell’immediato futuro la possibile soluzione di fame energetica del pianeta.

È dimostrato che l’utilizzo delle rinnovabili, unitamente al rapido avanzamento delle tecnologie a disposizione ed al decremento dei costi in percentuale fissa al crescere della capacità installata di impianti solari, eolici, batterie e celle elettrolitiche secondo la più nota legge di Wright, riducono la dipendenza energetica e quindi, anche, la pressione fiscale (iva e accise) su cittadini ed imprese. Gli esempi virtuosi e già esistenti sul pianeta sono vari e presenti a tutte le latitudini. Si va dalle comunità energetiche sparse per il globo (Bioenergy Village Jühnde in Germania, Localised Energy Systems in UK, Access Project Isole Mull e Iona in Scozia, Grupo Creluz Rio Grande do Sul in Brasile, The Brooklyn Microgrid (Bmg) New York in Usa, Onslow in Australia) a quelle italiane, da ultimo la Rec di Turano Lodigiano in Lombardia, inaugurata a febbraio scorso, che produrrà ogni anno circa 50mila kilowattora di energia rinnovabile grazie a due impianti fotovoltaici di potenza complessiva pari a 45 kilowatt per il soddisfacimento energetico di 23 famiglie, una parrocchia e nove utenze comunali.

L’unico modo per liberarci delle fonti fossili e delle relative imposte (evitando tra l’altro i costi di estrazione, raffinazione e trasporto) è mirare all’elettrificazione di tutte le fonti energetiche utilizzando le varie tipologie di rinnovabili esistenti, superando anche perplessità iniziali (come nel caso del progetto Odra previsto nel mare del salento) per mirare ad una ben più rilevante indipendenza energetica. I paesi scandinavi hanno tracciato la rotta e dimostrato che è possibile, noi cosa aspettiamo?

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